mercoledì 18 giugno 2014

Scandalo casa suore Tuam in Irlanda: "796 bambini morti, dove sono sepolti?"


Catherine Corless ha trascorso otto mesi cercando, senza successo, di convincere la gente a prestare attenzione alle ricerche che stava facendo su un istituto per ragazze madri a Tuam. 

Catherine è uno storico dilettante che ha trascorso settimane e settimane nelle biblioteche, chiese e uffici comunali: ha scoperto che, tra il 1925 e il 1961, 796 bambini sono morti nel St Mary Mother and Baby, gestito da suore dell'ordine Bon Secours. 

Ma lei non era in grado di trovare gli atti che dimostrassero dove sono stati sepolti. Lo scorso settembre ha suggerito che molti dei corpi potrebbero essere stati gettati in una fossa settica in disuso in un angolo del giardino della casa, un luogo dove i ragazzi avevano scoperto un mucchio di scheletri dei bambini nel 1970. 

Era sorpresa che i giornali locali e le stazioni radio non condividevano l'orrore che lei e alcuni residenti di Tuam sospettavano. Aveva sperato di ottenere il supporto per una campagna di raccolta fondi per poter installare le targhe con i nomi dei bambini morti nella casa. Un piccolo articolo è stato pubblicato, ma senza che nell'impaginazione potesse essere notato e avere rilievo, in un giornale locale.
"Era come se nessuno volesse parlarne", ha detto questa settimana.
La Corless ha coinvolto nelle sue ricerche le suore, i sacerdoti locali e la polizia, ma nessuna risposta. 

"Non riuscivo a capire. Siamo rimasti scioccati. Ci aspettavamo un riscontro, una reazione indignata. Invece, gli unici indignati eravamo noi", ha detto.
"La mentalità sembra essere: "È accaduto molto tempo fa, non pensarci più, non importa più". 

Tutto questo è cambiato due settimane fa, quando un parente di uno dei bambini morti, che, grazie ai social network era venuto a conoscenza del lavoro di Catherine Corless, ha parlato con un giornalista a Dublino.

Ha spiegato che esisteva la possibilità che i cadaveri dei neonati fossero in vasca settica. Così lo scandalo è esploso ed è finito nelle prime pagine di tutti i giornali. I media irlandesi hanno cominciato a prestare maggiore attenzione e la vicenda è diventata di dominio mondiale. Se ne parla ovunque, Stati Uniti compresi. 

Questa settimana, il lavoro della Corless finalmente ottenuto i risultati sperati: il governo irlandese ha avviato un'inchiesta su quanto accaduto a Tuam e in altre case del paese gestite da suore. 

Il Ministro Enda Kenny, ha detto che il trattamento delle madri e dei bambini nelle case-chiesa familiari era "un abominio", e ha aggiunto che per decenni le donne che hanno avuto figli al di fuori del matrimonio sono state trattate come "sub-specie" in Irlanda. Per gli attivisti che hanno lavorato per anni per far venire alla luce quanto accadeva nelle case sospette sia alle madri che ai bambini, è stato un trionfo. 

Il puzzle deve essere ancora ultimato, grazie al governo e alla chiesa che ancora deve dare una risposta. Ma il lavoro della Corless, nonostante i ritardi di anni (a mettere i bastoni tra le ruote anche la lentezza dei mezzi di comunicazione), sta dando i suoi frutti. Un lavoro fatto prevalentemente sul tavolo della cucina, sommerso da mappe della casa di Tuam e certificati di morte. 

La gente diceva: "Non si può parlare di ciò che forse appartiene al passato. E' meglio dimenticare. Forse c'è un senso di vergogna collettiva", ha ricordato. 

Rimane ancora l'anomalia dei certificati di morte ai quali non sono allegati quelli di sepoltura. Ma gran parte dei neonati ha trovato la morte proprio nella casa per ragazze madri a Tuam. Fa rabbrividire il solo pensiero che per questi bimbi non ci sia stata una sepoltura decorosa, ma che siano stati gettati via come spazzatura in una fossa comune. Senza alcun rispetto e senso della dignità.

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