venerdì 20 giugno 2014

Inghilterra: solo il 24% della popolazione pensa che il Cristianesimo sia un tratto di identità nazionale

Cosa significa essere inglesi, e quanto incide la religione sull'identità nazionale?
E 'una domanda che è stata oggetto di accesi dibattiti nel Regno Unito negli ultimi mesi.
Il Primo Ministro David Cameron ha suscitato accese polemiche nel periodo di Pasqua, quando ha detto che la Gran Bretagna è un "paese cristiano".

Le sue idee sembrano essere smentite dal rapporto annuale sugli andamenti sociali, che è stato pubblicato ieri.
QUA il documento.

Gran parte della della relazione è stata dedicata all'atteggiamento nei confronti dell'immigrazione e degli immigrati.
Tuttavia, ha anche riscontrato che solo il 24 per cento degli intervistati vede il cristianesimo come una caratteristica distintiva dell'essere britannico. Il sito del sondaggio dice:

"Nonostante le affermazioni del primo ministro David Cameron, secondo le quali il Regno Unito è un paese cristiano, l'essere cristiani è visto come un tratto legato alla nazionalità da una minoranza".

Ma non solo: rispetto al 1995, i dati mostrano una netta flessione con un passaggio dal 32 all'attuale 24 per cento. Un vero e proprio declino, insomma.

Il censimento del 2013 ha trovato che il 59 per cento dei cittadini britannici si definisce e sente britannico, con  un calo del 13 per cento in dieci anni. Anche questo elemento è alquanto sorprendente.

Addirittura,  lo scorso Aprile, Daniel Trilling, editore della rivista New Humanist, aveva dichiarato:

"Abbiamo una sorta di chiesa prestabilita con i Vescovi che siedono alla Camera dei Lord e votano le leggi che sono di tutti i cittadini del Regno Unito, indipendentemente dalla fede.
Sarebbe meglio, a mio avviso, per i religiosi e non se il Regno Unito diventasse a tutti gli effetti uno stato laico.
Una persona che segue un culto religioso differente dal Cristianesimo, quanto un non credente, non ha e non deve avere minori diritti.
E' molto evidente, dal punto di vista statistico, il numero sempre crescente di chi si definisce non religioso e questo fenomeno non è la conseguenza dell'influenza del laicismo militante, ma frutto di una libera scelta".

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